martedì 17 novembre 2009

Recensione: LO SPAZIO BIANCO


Ormai è passata qualche settimana da quando ho visto Lo spazio bianco, eppure le emozioni che mi ha suscitato questa pellicola sono vivide e persistenti come le immagini che la compongono. Non voglio raccontare di cosa parla il film ma solo dare un parere, uno scorcio di cosa il cinema può; l'intimità che Francesca Comencini riesce a trasmettere allo spettatore che guarda scorrere davanti lo schermo la storia personalissima di una donna alle prese con una gravidanza inaspettata e pergiunta prematura è impareggiabile. Ci si sente quasi degli spettatori indiscreti, imbarazzati davanti alla sincerità che esprime ogni respiro della protagonista, ci verrebbe da chiedere scusa allo schermo e ringraziare defilandoci. Non solo le sensazioni fanno di questo film, a mio avviso un bel film, lo è anche perchè è sorretto dalla attrice italiana contemporanea esageratamente migliore di ogni altra (Margherita Buy) e accompagnato da una elegante fotografia di Luca Bigazzi; la colonna sonora risulta raffinata e azzaccatissima con brani di Nina Simone, Ella Fitzgerald, Lali Puna e Cat Power solo per citarne alcuni, ma anche Blondie e molti altri, insomma un gran bel contorno. Detto questo non voglio aggingere altra carne al fuoco, ma solo consigliare a tutti una buona visione e di lasciarvi trasportare dentro la vita di questa eroina moderna, parleremo poi, qui, dei pareri specifici sul film per chi lo vorrà...

1 commento:

Artax ha detto...

Come riesca Margherita Buy a dilatare l'interiorità di un personaggio sullo schermo, nel suo modo personalissimo, resta per me un mistero...è davvero un talento e in questo c'è qualcosa di miracoloso. Aggiungerei il fatto che in questo film l'aggressività della protagonista è preponderante rispetto alla sua fragilità, aspetto quest'ultimo che invece la Buy predilige. Mi piacerebbe, però, che la immergessero una volta in un personaggio anaffettivo, impassibile, freddo...per sincerarne la bravura? No non direi, più che altro per sola curiosità, quasi per capriccio.
Il film mi è piaciuto, ha come un respiro proprio che misura l'attesa e le pause. E' ben riuscito.