venerdì 28 marzo 2008

Un omaggio: Roma di Fellini


Proponendo generosamente come sempre si conviene a un consiglio, quale questo vuole essere, faccio il mio primo intervento sul blog.
La foto è relativa ad una scena di un film e, a mio avviso, parla, come ogni immagine, ma non in modo chiaro, come alcune fanno. Ossia non vuol essere esaustiva, vuole proprio non esserlo, ingraziandosi con malia voi, incuriosendovi maliziosamente. Tutta la malizia, che io traslo parlandone, è dirazionata da quei due sguardi bizzarri entrambi rivolti verso l'alto, verso un'alto che diventa "altro": non lo spettatore, non un personaggio, non la camera; esso è ciò che tutti stiamo aspettando di poter vedere, e se lo aspettiamo con tanta ansia, non è per ciò che potrebbe essere in generale, ma solo per ciò che già è in ciò che vediamo, cioè solo ciò che "speriamo" che sia grazie a ciò che c'è, siamo proiettati, attraversati dal sapore della percezione. Si si...lo so!!Avrei dovuto dire "immaginiamo", ma questa tensione d'attesa è un po' un bisogno di superare il presente fattuale, quindi una speranza verso il nuovo. Credo inoltre, che se l'inquadratura fosse stata fatta più in alto o più in basso, o in altro modo, con una linea prospettica diversa, l'incanto della tensione espressiva legata (scoprirete guardando il film) allo stile e al taglio morale della narrazione, sarebbe stato indubitatamente compromesso. penso che sia in questo uno dei punti fondanti dell'arte cinematografica, nel portare lo spettatore a "sperare" nel miglior modo possibile. Forse esagererò!!Chissà!!Me lo saprete dire dopo aver visto, per chi non l'ha già fatto, Roma di Fellini.
Buona visione!

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