mercoledì 25 marzo 2009

Quinto lancio: Quando vorremo sentire paura...



Propongo, come a volte mi capita di fare, alcuni articoli...la loro portata è indiscutibile e perlomeno affascinante, almeno quanto è disorientante la prospettiva, se ancora di prospettiva si può parlare...tra una quantità di tempo diranno: un tempo c'erano binari, strade, rotte, tutte si fondavano sul principio della linea, più spesso una linea poco distante da un'altra, che proseguiva sorella, parallelamente...le chiamavano vie...poi successe che anche le linee scoprirono di non capirsi, si sentivano diverse, presero ad allontanarsi. L'uomo sulla via iniziò a chiedersi se fosse un miraggio pareva proprio che i margini si stessero allargando, lui non ci fece troppo caso, del resto non poteva fermare il suo cammino e dopo poco si accorse di essere su uno spazio aperto, nessun margine certo! ora poteva correre a caso, poteva fare curve o cerchi, non avrebbe fatto differenza.
Si narra che passato del tempo si trovò a disperarsi, non sapendo dove fosse, cercava una traccia ma aveva dimenticato troppo presto il bagliore tenue che affascinava il suo orizzonte...

Gli articoli:
- Le emozioni della musica
sono davvero universali


- Arriva la «virtualità reale»

- Se arte e merce si scambiano i ruoli

extitolum:...ci cingeremo con le nostre stesse infinite braccia

martedì 17 marzo 2009

Rubrica: Vanessa Beecroft


Installazione, opera del 2001, di Vanessa Beecroft, artista italiana.
Ho deciso di proporre quest'opera per vari motivi, il principale dei quali è legato al dibattito che si è aperto sul "ruolo" dell'arte contemporanea e in particolar modo di quella concettuale.
Questa non è esattamente un'opera da considerarsi concettuale, se non per alcune sue caratteristiche (forse quasi tutte relative ai volti delle modelle), ma è certamente subito evidente il suo impatto, come di una dichiarazione immediata, assolutamente Politico; primo dei motivi per cui l'ho inserita.
Secondo motivo è il suo imprimersi in una traccia di richiami alla "forma", non solo per la composizione, le modelle hanno posizioni e posture volute dall'artista, ma anche per l'evidente citazione di De Chirico, quindi di una precedente rielaborazione del classico.
Il terzo motivo è dato dalla leggibilità, l'opera può apparire criptica, molto più criptica dello zoccolo di Manzoni...ma prima di affermare se lo sia o no, bisogna chiedersi appunto se vi è un messaggio, per così dire "linguistico", altrimenti è inutile parlare di criptico...successivamente ci si chiede: cosa mi si sta dicendo? In questo caso come succede anche per un'opera mimetica, si osserva ciò che è riconoscibile (donne, maschere senza volto, nudità, numero di persone, ecc.) si prendono questi elementi e ci si chiede se hanno una relazione tra loro, come si fa osservando un qualsiasi quadro, come ad esempio la S.Cecilia di Raffaello.
Se poi mi si dice che gli elementi del quadro del cinquecento, sono meno criptici per gli spettatori del tempo, rispetto a quelli usati nell'opera della Beecroft, direi che c'è un errore di fondo, si confonde un messaggio con la riconoscibilità dei simboli che lo compongono; ma soprattutto si confonde la "dichiarazione" che un'opera compie con la sua spiegazione.
Infine non bisogna reprimere dinnanzi ad un'opera tutto il suo richiamo al nostro "corpo", come già è stato suggerito, il fatto che essa "vuole" interagire con noi, a livelli e in modi diversi a seconda dell'opera in questione... non bisogna per questo chiudersi cercando di fagocitare per ben digerire, ma lasciarsi ad ogni propria compromissione con l'opera stessa.

mercoledì 11 marzo 2009

Quarto lancio...


Manifesto prog-grammatico del...

Art.1
Irridiamo il chiaro di luna. Sbeffeggiando cordialmente vittima e carnefice.
Prendiamo una scacchiera, dipingiamo di nero (tres chic!) tutti i quadrati, lasciando solo i margini bianchi a testimonianza della loro presenza, posizioniamo le pedine nei due schieramenti. (Non ce ne voglia Yoko Ono, ma ci sembra più attuale...)

Art.2
Sminuzziamoci, ma fluidamente. Siamo in sospensione, fluidi ma non liquidi, per paura che ci si secchi la pelle. Polluzzioniamoci...
Siamo eterei (nella falsa accezione di aei-theo: sempre scorre; diviene): Eter(e)ogenei; Eter(e)oformi; Eter(e)oglotti; Etereosessuali (mi raccomando senza parentesi).

Corollario:
Siamo gli Altri, presi individualmente, anzi no per parti, parti individuali. Oppure per gruppi, fusi, siamo fissioni... gruppi di parti individuali, non troppo estesi, magari se proprio vogliamo essere massa che si sia tutta intera: tutti gli uomini esistenti o esistiti e che non manchi nessuno, se qualcuno viene a mancare lo si deve inventare.

Postilla al corollario:
Siamo gli Altri passibili di autolesionismo...ogni nascita è una sopraffazione.

Art.3
Evitiamo di stipulare manifesti prog-grammatici. Tanto non è che ci si debba identificare o far identificare. A meno che non vogliamo definirci Neo-Retroguardia: troppo pavidi per la prima fila, veniamo a sostituire la melma più profonda, un humus di fermenti distillato.

Corollario:
Inneggiamo alla pompa sodio-potassio!!!!!
Inneggiamo al brodo (anche a quello triste)!!!!
Inneggiamo alla vanità di un sorriso lucido...godendone!!
Viviamo la sensibilità di un magnetismo tra gli interstizi!!
Viviamo la venerazione del sacro che si nega!
Ri-veliamo!

Art.4
Allarmati?Dovete preoccuparvi, poiché forse scherzavo...

Corollario:
L'art.4 può essere passibile di emendamenti...hihihiihihiihihi!!

Firme:
Artax



Extitolum:...nella centrifuga!!

martedì 10 marzo 2009

Terzo lancio...


Con il Terzo lancio...intendo aprire una sorta di rubrica, se così può chiamarsi e se si riuscirà a tenerla, diciamo settimanale (con liberi slittamenti) di opere artistiche.
La prima proposta è questo "Socle du monde" ( "Zoccolo del mondo", "Base of the World", 1961,iron, bronze, 82x100x100cm, Herning Kunstmuseum, Denmark), del non ancora, se non forse in ambito specialistico, sufficientemente acclamato, perlomeno nel nostro e suo paese, Piero Manzoni, certamente uno dei più grandi artisti italiani del secolo scorso.
Essendo opera di arte concettuale e essendo per me fulminante, non mi metterò a commentarla (anche a causa dell'inesperienza), ma lascio a voi l'impatto, per me così piacevole, con questa evidenza. Faccio solo notare che se la scritta sul blocco è a rovescio, non è certo ovviamente per un errore fotografico...:)

ex titolum:...contro una lastra di vetro!